lunedì 27 febbraio 2012

! FASHION\\ DORIANA e DI-EIGHT

Di-Eight fw 2008

E' lunedì mattina, quando contatto telefonicamente Doriana Ottolini, stilista del giovane brand Di- Eight. Mi mette subito a mio agio. «Dammi del tu!» E così capisco che persona ho la fortuna di intervistare. La prima domanda che le pongo riguarda le origini della sua passione per il mondo fashion. «In realtà prestissimo. all'età di nove anni. Dopo le classiche fasi da bambina, nelle quali avrei pensato di voler diventare ballerina, veterinaria e maestra, ho iniziato a rimanere affascinata da questo mondo». Racconta che, come molti, ha vissuto la sua formazione alle scuole dell'obbligo in maniera mediocre «facevo il minimo indispensabile per arrivare alla sufficienza». Terminata questa fase si è subito mossa verso la realizzazione della passione che era dentro di lei. Frequenta prima un corso professionale per figurinisti e poi prende la decisione di iscriversi alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti). Sei mesi prima del diploma viene assunta dallo storico marchio italiano con sede a Milano Mila Schön, dove resta per tre anni. «Il sogno di una vita mi si stava realizzando sotto gli occhi. Lavorare nel centro del quadrilatero della moda milanese, per un marchio storico del circuito moda italiano. Non potevo chiedere altro.
Di-Eight fw 2008

Ma dopo tre anni, anche questo iniziava a starmi un po' stretto». Quasi per caso, sicuramente con un pizzico di fortuna, la sua voglia di crescere viene soddisfatta. Un mattino riceve una e-mail da un amico, lui le racconta che sta per trasferirsi a Bali, in Indonesia, con un amico in comune per aprire un'attività, una sartoria. A Doriana il progetto piace al punto che non può far altro che mettersi a disegnare la sua linea di abbigliamento. Nasce così nel 2004 il marchio Di-Eight, che debutta con la collezione PE 2005. «Sicuramente è stata l'incoscienza a farmi intraprendere questa strada, ma senza quella non sei veramente creativo. Certo all'inizio è dura, ti trovi a dover occuparti da sola di moltissime cose: il design, la scelta di tessuti e colori, la produzione della collezione, le public relations e non da meno i rapporti con i fornitori e i negozianti, tuoi primi veri clienti». Ancora una volta il fato è dalla sua parte. Il marchio nasce in contemporanea ai primi segnali di crisi economica, e i buyer sono alla ricerca di novità. «Il mio prodotto trova la sua ispirazione nella strada e nei colori della esotica Bali, ma la sua vera forza è la ricerca sartoriale nel capo. Quello che offro nasce come un qualcosa di confortevole da portare tutti i giorni, che acquista un valore aggiunto perché esalta la figura femminile grazie all'impiego di tagli sartoriali e tecniche artigianali di produzione».

Di-Eight ss 2007

Continuiamo a parlare e il nostro discorso si sposta verso le difficoltà che un giovane designer può trovare lungo il suo iniziale cammino. Quando le chiedo se il problema emergente è esteso a tutti i mercati moda o è un problema prettamente italiano, con rammarico mi risponde che sicuramente all'estero non è così. «In Italia ci sono poche occasioni di farsi vedere per un giovane stilista. I concorsi che veramente ti supportano sono rari, e spesso la quota di partecipazione è molto alta. Quello che servirebbe sarebbe un'occasione gratuita di sfilare e farsi pubblicità per un certo numero di emergenti, scelti per meritocrazia». Continua raccontandomi che città come Berlino, Londra e Barcellona sono affascinate dalla novità. «In alcuni negozi puoi trovare prodotti di grandissime aziende di fianco al risultato sperimentale di qualche stilista emergente -e per emergente dico veramente emergente, che non ha ancora una produzione vera, dietro la quale ci sono laboratori di dieci o quindici persone ad aiutarlo».
Doriana continua raccontandomi che anche Di-Eight ha risentito della crisi, e è convinta che le grandi catene siano un freno tirato nella strada in salita di un giovane stilista. «Parlando chiaramente è molto difficile competere con questi colossi. Loro propongono t-shirt a prezzi bassissimi, spesso sotto i 10€, e hanno le dimensioni per poter portare nei punti vendita qualcosa di nuovo ogni quindici giorni. E il cliente finale se ha la possibilità di spendere cifre più elevate, predilige spesso un marchio ben affermato, una certezza insomma.»

Di-Eight fw 2010
Il tempo a nostra disposizione sta per scadere e Doriana deve tornare al suo lavoro, ma prima sono curioso di sapere quali sono i progetti per il futuro. Appare subito chiaro come non le piaccia fare programmi a lungo termine, ma vivere day-by-day, seguire l'istinto e quello che le viene dallo stomaco. «Ho molte idee in testa, molte vocine che mi danno suggerimenti. Sono sicura però di voler creare delle "limited ediction". Tante piccole collezioni che abbiano un tema preciso e siano a tiratura limitata. Mi piacerebbe anche provare a vestire i bambini, ma prima vorrei creare una vetrina virtuale per i giovani stilisti, un qualcosa di virtuale che serva però concretamente a dar loro una spinta in avanti».

Secondo Doriana: le calze color carne, ANCHE NO.
 
Andrea Spreafico

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